Il mio posto al mondo – Il tappeto delle donne migranti 2013

Il mio posto al mondo – Il tappeto delle donne migranti è una raccolta di tessuti e frammenti di stoffa provenienti da varie parti del mondo, donatimi da ventitré donne, diverse per età e origini geografiche ma accomunate da un’esperienza migratoria. Scegliere di spostarsi per cambiare la propria vita è sempre una messa in atto concreta e totale di un progetto prima solo immaginato. Ogni pezzo di tessuto ha a che fare con quel viaggio e con le esperienze legate alla trasformazione esistenziale.

A ciascuna donna ho chiesto di raccontarmi la sua storia, di ognuna ho scelto frasi ed espressioni significative e le ho riportate su sottili strisce di cotone bianco che sono andate a costituire le “frange” del tappeto. Ho iniziato con mia nonna Emilia, partita da sola per l’Argentina più di sessant’anni fa, per poi cercare altre storie simili eppure diverse, e raccogliere così frammenti di tessuti e ricordi da cucire assieme.

Il tappeto riassume in sé il simbolismo della casa, in quanto è a contatto con la terra e delimita uno spazio di sacra felicità.

Ringrazio le partecipanti a questo mio lavoro, che con pazienza mi hanno dedicato il loro tempo e mi hanno fatto pensare ed emozionare!

il mio posto al mondo

Il mio posto al mondo – Il tappeto delle donne migranti 360 x 230 cm pennarello su tessuti di materiali vari cuciti assieme 2013

Emilia (nonna Melia), 85 anni

Rossano Veneto (VI)

Buenos Aires (Argentina)

Pina, 78 anni

San Nazario (VI)

Woodstock (Canada)

Giulia, 25 anni

Torino

Lagos (Nigeria)

Simona, 40 anni

Baia Mare (Romania)

Trecenta (RO)

Priyangika, 34 anni

Wennappuwa (Sri Lanka)

Solagna (VI)

Letisia, 41 anni

Maracha (Uganda)

Solagna (VI)

Ikmete, 37 anni

Prizren (Kosovo)

Solagna (VI)

Franci

Pregonero Tachira (Venezuela)

Romano d’Ezzelino (VI)

Patricia, 62 anni

Camden (New Jersey, USA)

Solagna (VI)

Sonia, 47 anni

Trujillo (Perù)

Bassano del Grappa (VI)

Adeste, 28 anni

Kisangani (Repubblica Democratica del Congo)

Bassano del Grappa (VI)

Judy, 55 anni

Crowthorne (UK)

Pove del Grappa (VI)

Ziqi, 26 anni

Tian Jin (Cina)

Torino/Milano

Shiva, 23 anni

Karaj (Iran)

Milano

Atefeh, 23 anni

Karaj (Iran)

Milano

Katarina, 19 anni

Podgorica (Montenegro)

Milano

Li Yanting, 25 anni

Qing Huang Dao (Cina)

Siena/Milano

Oxana, 24 anni

Tambov (Russia)

La Spezia

Donya, 20 anni

Tehran (Iran)

Milano

Silvia, 39 anni

Sesto San Giovanni (MI)

Muscat (Oman)

Maria Cristina Vincenza, 58 anni

Buenos Aires e altre città (Argentina)

Brescia

Lucia Guadalupe, 26 anni

Buenos Aires (Argentina)

Brescia

Runbo, 28 anni

Harbin (Cina)

Milano

ELENCO DELLE FRASI (ESTRATTE DALLE INTERVISTE) INSERITE NELL’OPERA

  • Curiosità
  • Volevo vivere un nuovo mondo
  • Guardo i film ambientati nella mia città
  • Allontanarmi mi ha dato la carica per tornare
  • I bambini si vergognavano quando parlavo la mia lingua
  • La donna nutre e trasmette le origini
  • Voglia di essere accettata
  • Bisogna adattarsi, non lamentarsi e aver voglia di imparare
  • La televisione porta un po’ di Kosovo in casa
  • Mi sono sentita chiusa e depressa, limitata
  • Mi aspettavo cose tanto diverse
  • La situazione è cambiata quando i bambini hanno cominciato la scuola
  • Non posso fare niente contro gli stereotipi, solo spiegare
  • Tra donne italiane ci si aiutava, eravamo più unite lì che in patria
  • Io posso parlare del vostro paese perché ho esperienza. Voi guardate la TV per avere un’opinione del mio paese
  • Il razzismo, le raccomandazioni e altri problemi dell’Italia ci sono anche da me
  • Ci tengo che i bambini sappiano l’italiano, ma sgrido nella mia lingua!
  • Costretta a lasciare tutto e diventare adulta improvvisamente
  • Leggo i giornali del mio paese
  • Prima di partire sapevo chi ero, poi l’ho perso.
  • La letteratura del mio paese
  • Ho dovuto rinunciare alla carriera, perché il mio titolo di studio non era riconosciuto.
  • Nel mio paese le donne lottano di più, in Italia cercano più comodità.
  • Vado dove non conosco nessuno: siamo umani ed è nella nostra natura andare e venire, e conoscere le cose.
  • Non mi manca il mio paese, mi mancano la mamma e gli affetti.
  • Stare lontana ti fa accorgere che hai delle radici
  • In Italia siete molto religiosi ma poco spirituali
  • Le donne portano più avanti certe tradizioni, ad esempio chiamano tanto di più per fare gli auguri alle feste!
  • Se non hai dei connazionali vicino, è più difficile.
  • Ho insegnato a mia figlia le filastrocche di quando ero piccola
  • Mi sento italiana, parlo anche un po’ di dialetto!
  • Si rendono conto che sei straniera anche se parli bene italiano
  • Fare amicizia con altre straniere
  • Il mio posto al mondo
  • Sono partita per lasciare dei problemi
  • In Italia vedo donne insoddisfatte… Forse perché pretendono troppo?
  • Conoscere qualcuno che passa le cose che passi tu
  • Nella coppia mista, la donna tende a seguire il marito e fa fatica a conservare la propria cultura.
  • Mi sento come in un Limbo. Mi rendo conto che non appartengo né a qua né a là… Accettazione della non-appartenenza.
  • Mi sentivo stupida perché non riuscivo ad esprimermi come nella mia lingua.
  • Far conoscere la tua cucina aiuta a far conoscere la tua cultura.
  • In Italia la donna è più in mostra e più in vendita.
  • Esclusa
  • Dare benessere ai figli
  • Cibi, musica, feste e danze del mio paese
  • Porto la mia identità sempre con me.
  • Quando non sei soddisfatta, ti viene voglia di tornare.
  • Mi fanno molto arrabbiare: i pregiudizi sugli stranieri, gli stereotipi sul mio paese e l’ignoranza sulla mia cultura.
  • Qui ho più libertà ma anche più responsabilità.
  • Non mi piaceva il cibo di qua.
  • Come donna, in Italia mi sento più tutelata. Qui gli uomini ti ascoltano, non del tutto, ma ti ascoltano.
  • Voglio essere vista come una persona con la sua cultura, non come straniera.
  • Cambiare paese ti fa cambiare.
  • Contro la nostalgia, ascolto musica e chiamo a casa.
  • Il mio paese mi sembrava troppo piccolo per tutto quello che volevo fare.
  • L’amore per le parole della mia lingua
  • A volte non capisco gli italiani
  • Non mi piace che mi dicono “devi”
  • Qui mi sento meno libera a livello sociale, ma più a livello personale.
  • Trovare amici è difficile…
  • Insegno ai miei figli la cucina del mio paese.
  • Mi sembrava di conoscere già tutto
  • Amore
  • La donna parla di più, e può condividere più cose con altre donne
  • La vera casa è quella che hai dentro di te, non importa in che paese sei.
  • Bisogno di immergermi nell’altra cultura
  • Le persone nascono per essere qualcosa, e io sapevo che volevo andare via e fare qualcosa di più con la mia vita.
  • Qui mi sento più libera, più considerata, con più valore e più indipendente.
  • Le donne in generale sono più legate alle tradizioni, ma io no.
  • Tante donne accettano di vivere in modo infelice per paura di quello che c’è fuori dalla porta, e lo trasmettono ai figli
  • Volevo provare a cercare una vita migliore, non avevo un progetto, solo la volontà di cambiare, abbracciando le nuove opportunità.
  • Sempre mi ricordo da dove son partita
  • Ho avuto difficoltà con la lingua, ma con la burocrazia ho fatto tutto da sola.

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